martedì 10 luglio 2007

La RSU calpesta i tuoi diritti


PERCHE' PAGARE PER OTTENERE I PROPRI DIRITTI? La dignità dell'uomo non ha prezzo!

Un solo contratto: a tempo indeterminato

Da precari ad assunti a tempo indeterminato i cobas hanno vinto un'altra battaglia:


Lavoratrici precarie di Trabus Open:
il 6 giugno ‘07 raggiunto l’accordo per cancellare le partite IVA.
Esteso a tutte il contratto a tempo indeterminato full-time!
Una prima vittoria contro la precarietà eper il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici!
...non è che l’inizio

Dopo tre mesi di lotta e due scioperi che hanno visto l’adesione del 100%, l’ultimo il 5 giugno ’07, si è, in parte, sbloccata la vertenza che riguarda le lavoratrici precarie di Trambus Open.
Il 13 giugno usciranno di scena dai bus turistici del Comune di Roma la Cooperativa IRS e il lavoro precario. L’accordo del 6 giugno ’07, siglato tra Trambus Open e il COBAS delle lavoratrici precarie di Trambus Open, prevede per tutte le hostess delle linee 110/Archeobus e le referenti di Box il passaggio alla Quanta Risorse Umane, alla quale è stato affidata la responsabilità del servizio fino al 31 dicembre 2007; il contratto di lavoro a tempo indeterminato full-time (5 e 4 livello del CCNL del commercio); il passaggio al 4 livello per tutte dal 1 gennaio 2008; l’obbligo di assunzione di tutte le lavoratrici, alle stesso condizioni contrattuali, presso il soggetto che svolgerà tale attività dal 1 gennaio 2008 (i termini della clausola sociale di salvaguardia sarà oggetto di verifica tra Trambus Open e Lavoratrici).
Una prima importante vittoria quindi, dopo anni di umiliazione e discriminazione, che lascia ancora non conclusa, però, la nostra battaglia per la internalizzazione delle attività delle hostess e referenti di box in Trambus Open e comunque per una prospettiva dove non si riproduca, senza fine, la stessa discriminazione di genere subita negli anni passati.
Nei prossimi mesi i nostri sforzi si rivolgeranno in tale direzione, perchè siamo convinte che nei luoghi di lavoro la logica dell’appalto sia una delle principali forme di precarietà e che in tali condizioni, anche nel caso di contratti a tempo indeterminato, non si possa parlare di vera stabilizzazione.
In tal senso ci faremo promotrici, nei prossimi mesi, di ogni iniziativa utile a mantenere alta l’attenzione e aperto il “confronto” sia con i vertici di Trambus Open sia con le istituzioni locali che hanno una diretta responsabilità sulle politiche occupazionali realizzate dalle aziende a capitale pubblico, al fine di trovare le giuste risposte a tutte le nostre rivendicazioni.
Per far questo il “Cobas delle lavoratrici precarie Trambus Open”, costituitesi l’8 marzo all’inizio della vertenza, da oggi diventa “COBAS QuantaRU/Trambus Open”, a sottolineare che siamo ancora più di ieri determinate a batterci contro ogni forma di precarietà e discriminazione nei luoghi di lavoro, a partire anche dalle altre aziende del settore dove la precarietà è condizione assai di “moda”.

Roma, 12 maggio 2007

Cobas QuantaRU/TrambusOpen
Cobas del Lavoro Privato – Confederazione Cobas
Viale Manzoni 55, 00185 Roma – Tel. 0677591926 fax 0677206060 - email: lproma@cobas.it
Per info: Paola Sozio 3498767779 – Elisa Pireddu 3284250722 - Domenico Teramo 3351481714

Contro ogni guerra


La pace e la democrazia si costruiscono col lavoro e la solidarietà fra i popoli

Siti consigliati

Non perderti fra le balle sbiadite raccontate dai sindacati. Nessuno può rappresentarti e difendere i tuoi diritti come te stesso: solidarietà, indipendenza e giustizia sociale.
Link amici:
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mondo della scuola
settore privato
pubblico impiego
sanità
basta precarietà
un grillo per la testa

Statuto Cobas

STATUTO DELL'ASSOCIAZIONECOBAS - CONFEDERAZIONE DEI COMITATI DI BASE
ART. 1) DENOMINAZIONE E SEDE
· E' costituita l'Associazione denominata Cobas Confederazione dei Comitati di Base, con il contributo paritario delle Federazioni dei Cobas - Energia, Enti Locali, Metalmeccanici, Petrolchimici, Precari/Disoccupati, Sanità, Ricerca-Università, Statali, Telecomunicazioni e Poste, Trasporti già costituiti in Cobas Coordinamento Nazionale e dell'Associazione Federativa Nazionale Cobas Comitati di Base della Scuola;
· con sede in Roma, Viale Manzoni n° 55;
ART. 2 ) PRINCIPI E FINALITA'
· I principi irrinunciabili dell'Associazione sono: la difesa e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori, dei settori popolari e degli strati sociali più deboli ed emarginati.
· L'egualitarismo e la solidarietà tra i lavoratori e nei settori popolari contro ogni forma di discriminazione razziale, etnica, sessuale e religiosa; la difesa e l'ampliamento delle libertà individuali e collettive di opinione e di organizzazione; il superamento delle logiche di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, contro il dominio del profitto e della mercificazione generalizzata della società.
· L'indipendenza da istituzioni, dai partiti, dalle organizzazioni padronali e governative: è incompatibile la carica parlamentare e/o quella di consigliere comunale, provinciale, regionale, di assessore negli enti locali o di responsabilità/direzione in partiti o altre strutture sindacali con quella di dirigente portavoce e/o membro degli esecutivi dei Cobas ai vari livelli.
· L'Associazione rifiuta ogni forma di privilegio e di clientelismo tipica del sindacalismo di professione. Tutte le cariche sono elettive e rispondono al principio delle revocabilità in qualsiasi momento e del volontariato senza retribuzione.
· L'Associazione, che non ha scopo di lucro, intende difendere e tutelare gli interessi generali dei lavoratori/trici, dei pensionati/e, delle donne, dei giovani in cerca di occupazione, degli immigrati/e, degli strati più deboli della popolazione promuovendo e coordinando le iniziative necessarie a tali fini su tutto il territorio nazionale, nonché i necessari collegamenti internazionali anche promuovendo attività di servizio e assistenza diretta di pubblica utilità in tutte le sua forme.
· L'Associazione si propone di agire in ogni sede per la tutela dell'incolumità psicofisica dei soggetti su citati e in particolare degli iscritti; si propone oltremodo la difesa in ogni sede dell'immagine della Confederazione Cobas - delle sue strutture, organi e iscritti - ovunque e comunque minacciata e/o vilipesa.
· Tale attività si svolge nella convinzione che tale difesa/tutela può essere pienamente realizzata solo in una società che non abbia più come principio-guida la ricerca dei profitto economico individuale, di ceto e di classe da parte dei settori dominanti, a scapito dei ceti e delle classi più deboli: cioè, in una società che escluda il dominio della merce, la mercificazione degli individui, della natura, delle idee e del sapere, dell'istruzione, della salute, della cultura e dello sport.
· A tal fine l'Associazione promuoverà e appoggerà ogni iniziativa ed ogni lotta a partire dall'autorganizzazione dei bisogni materiali, culturali ed ideali dei lavoratori/trici, dei settori popolari e degli strati più deboli della società; si propone di contrastare e, in prospettiva, di superare un'organizzazione della società e del potere basata sulla centralità del profitto economico, del mercato, del denaro, della competizione sfrenata, dello sfruttamento esercitato da ceti e classi proprietarie su ceti e classi senza potere, né proprietà economiche significative, sulla subordinazione sociale, razziale, sessuale e religiosa, sullo sfruttamento dei meno abbienti e della natura.
· L'Associazione svolge ad un tempo attività sindacale, politica, sociale, culturale e politica, rappresentando anche le categorie ed i settori in essa organizzati nella contrattazione a livello locale, nazionale e, all'occorrenza, internazionale.
ART. 3 ) ADESIONI
L'adesione all'Associazione Cobas avviene tramite:
· i Cobas dei lavoratori;
· i Cobas dei precari e disoccupati;
· i Cobas dei pensionati;
La costituzione o l'adesione di altre Federazioni o singoli Cobas avverrà secondo le modalità previste dal regolamento. E' possibile l'adesione di singoli lavoratori, secondo le modalità stabilite dal regolamento, laddove non siano costituiti i cobas nel settore o categoria di appartenenza.
ART. 4 ) AFFILIAZIONI
· L'affiliazione all'associazione Cobas è consentita ad associazioni di altra natura sociale e/o di particolare specificità diverse dai Cobas di cui all'art. 3, purché accettino il presente statuto e siano in regola con le quote da versare. L'affiliazione avverrà secondo le modalità previste nel regolamento.
ART. 5) ORGANI
· Sono organi dell'Associazione l'assemblea provinciale, l'Assemblea regionale, l'assemblea nazionale, l'Esecutivo provinciale, l'Esecutivo regionale, l'Esecutivo nazionale.
· L'Assemblea nazionale delibera su temi di interesse generale, nazionale ed internazionale, secondo le modalità previste dall'apposito Regolamento. Le assemblee provinciali e regionali deliberano su temi di interesse generale e territoriale secondo le modalità previste dall'apposito Regolamento.
· Gli Esecutivi nazionali, regionali e provinciali attuano le decisioni prese, rispettivamente, dall'assemblea nazionale, regionale e provinciale secondo quanto previsto dall'apposito regolamento.
· I portavoce nazionali.
ART. 6) REGOLAMENTO
· I1 regolamento dell'associazione non necessita di atto notarile. Esso viene deciso e modificato in assemblea nazionale con maggioranza qualificata dei due terzi.
ART. 7) FINANZIAMENTO
· A1 finanziamento dell'Associazione concorrono: i Cobas, le Federazioni e i singoli iscritti di cui all'art. 3 e gli affiliati di cui all' art. 4; le sottoscrizioni, le donazioni, i lasciti esclusi quelli governativi e padronali. Le quote e le modalità contributive sono disciplinate dal Regolamento. E' prevista la nascita di una "cassa di mutua assistenza" al fine di sostenere le vertenze e la solidarietà tra i vari settori rappresentati nell'associazione, nonché il sostegno alle sedi che non hanno mezzi economici autonomi.
ART. 8) PATTI FEDERATIVI E FUSIONI
· L'Associazione può promuovere e sostenere a livello locale, nazionale e internazionale, patti con associazioni di base, al fine di costruire la più larga unità progettuale per sostenere con più efficacia i diritti e le aspirazioni dei lavoratori/trici e degli strati più deboli della popolazione.
· Le singole categorie possono costituire, previo dibattito nell’ambito della associazione Cobas, patti federativi nel rispetto degli scopi e finalità dello statuto.
· La decisione di una federazione di categoria aderente all’associazione di fondersi con altre federazioni di categoria aderenti ad altre confederazioni di base deve essere sottoposta al dibattito e alla ratifica da parte dell’Assemblea nazionale dell’associazione Cobas; in caso di ratifica positiva rimane il vincolo con l’associazione Cobas.
· Le modalità di ratifica dei Patti e delle fusioni sono disciplinate dal Regolamento.
ART. 9) RAPPRESENTANZA LEGALE E TESORERIA
· L'Assemblea nazionale designa un rappresentante legale, anche diverso dal portavoce nazionale, cui compete la rappresentanza, anche processuale dell'Associazione delle sedi giuridiche richieste, secondo un mandato vincolante dell'Assemblea nazionale.
· Le Assemblee regionali e provinciali designano i rappresentanti territoriali a cui spetta la rappresentanza dell'associazione nelle sedi giuridiche e istituzionali.
· L'Assemblea nazionale designa un tesoriere al quale compete l'amministrazione dei fondi su mandato vincolante dell'Esecutivo nazionale, nonché la tenuta delle scritture contabili.
· Al Tesoriere e al Rappresentante legale competono l'apertura e la gestione dei conti correnti postali e/o bancari intestati all'Associazione (con firma disgiunta) e la facoltà di delegare i tesorieri territoriali all'apertura di c/c intestati alle strutture provinciali della Confederazione Cobas.
ART. 10) REVISORI DEI CONTI
· I1 Collegio dei Revisori dei conti è composto da quattro membri che sceglieranno tra loro il Presidente. I membri sono eletti dall'assemblea nazionale ogni due anni. Essi sono invitati a partecipare ogni volta che sia necessario alle riunioni dell'Assemblea nazionale e/o dell'esecutivo nazionale. Spetta al Collegio dei Revisori dei conti seguire l'andamento contabile ed amministrativo dell'associazione, esaminare e controllare gli schemi di bilancio preventivo e consuntivo, riferendone all'Assemblea Nazionale.
ART. 11) ESCLUSIONE E RECESSO
· L'esclusione dall'Associazione avviene nel caso di gravi violazioni del presente Statuto e del regolamento da parte del singolo iscritto. Le decisioni in merito vanno prese dalle Assemblee della singola categoria e ratificate con la maggioranza dei 3/4 dalla Assemblea provinciale dell'Associazione in prima istanza e da quella nazionale in caso di ricorso, negli altri casi sempre a maggioranza qualificata dei 3/4.
ART. 12) MODIFICHE STATUTARIE
· Ogni modifica del presente Statuto deve avvenire nell'Assemblea nazionale con la maggioranza di almeno i due terzi dei votanti.
ART. 13) SCIOGLIMENTO
L’Associazione può essere sciolta per deliberazione a maggioranza qualificata di 4/5 dall’assemblea nazionale appositamente convocata in riunione straordinaria dal Coordinamento Esecutivo Nazionale dopo consultazione referendaria tra gli aderenti.
La deliberazione di scioglimento determinerà anche la destinazione del patrimonio sociale e la nomina di uno o più liquidatori.
ART. 14) NORME FINALI
· Per quanto non espressamente dichiarato nel presente Statuto sono valide le vigenti norme di Legge.

La truffa corre sul telefono

I DIALER sono dei piccoli programmini (.exe) che ti connettono a numeri nazionali ed internazionali molto costosi (mediamente 150 euro all'ora!).
Questi dialers li trovi in quasi tutti i siti web che proponogono loghi e suonerie, sfondi e trucchi per playstation, nei siti web per adulti e purtroppo anche in molti siti web che invitano a scaricare "gratuitamente" software, musica Mp3 e guide elettroniche.
Di solito per usare un dialer bisogna prima scaricarlo e poi cliccare su "connetti". Ultimamente pero' i "furbacchioni" hanno inventato dei metodi ancora piu' insidiosi, sfruttando dei codici e dei certificati di protezione di Internet Explorer (usato dal 90% dei navigatori) tali per cui basta 1 solo semplice click per finire nella "trappola".
Insomma, le astuzie per fregarti sono davvero moltissime e, credimi, basta una piccola disattenzione per pagare centinaia di euro in bolletta telefonica.
Vuoi proteggerti definitivamente? Vuoi tutelare i tuoi amici, tuo figlio e chi usa il tuo computer?
In questa guida troverai la SOLUZIONE DEFINITIVA per proteggerti dai DIALERS e dalle TRUFFE. E in piu', se sei gia' stato truffato, scoprirai come puoi riavere TUTTI i tuoi soldi indietro !
Prima di leggerla mi devi pero' fare una PROMESSA:
Devi inviare questa Mini-Guida a TUTTE le persone che conosci. Si, perche' anche i tuoi Amici e le persone a te piu' care hanno il DIRITTO di CONOSCERE e di DIFENDERSI. Mandagli quindi una semplice email allegandogli questa guida, ma FALLO SUBITO. Con questo piccolo gesto aiuterai altre persone e renderai Internet piu' pulita!.....

prima di pagare contatta la Telecom ha il dovere di aiutarti:

La Corte di Cassazione ha deciso che nel caso in cui l'utente contesti gli addebiti in bolletta Telecom, anche quelli relativi all'uso di numeri a pagamento per la connessione ad internet, la stessa Telecom Italia dovrà fornire i tabulati delle telefonate nella loro interezza.

per sperne di più leggi....

Le bustarelle paga di Telecom ai giornalisti

COMUNICATO STAMPA: COMMISTIONE TRA GIORNALISMO ED AFFARI: GIORNALISTI A LIBRO PAGA TELECOM, COME SEMBRA SIA ED ABBIA AMMESSO ANCHE MAURIZIO COSTANZO,PAGATI CON I SOLDI DELLE BOLLETTE GONFIATE,PER ADDOMESTICARE L’INFORMAZIONE E MEGLIO TRUFFARE I CONSUMATORI,DEVONO ESSERE RADIATI DALL’ORDINE E PROCESSATI.SU TALE VERGOGNA,ADUSBEF HA INOLTRATO ESPOSTI-DENUNCE ALLE PROCURE.
L'inchiesta getta una luce sinistra sui rapporti tra giornalismo ed affari,dove primari giornalisti vengono ingaggiati e messi a libro paga di primarie aziende come Telecom Italia, per contribuire ad addomesticare l’informazione anche con la finalità di truffare milioni di consumatori, con bollette gonfiate e servizi non richiesti , mentre i giornalisti, attendono ancora il rinnovo di un contratto collettivo di lavoro negato, per la protervia degli editori,spesso banche, costruttori, e concessionarie varie,che vogliono declassare la categoria a portatori esclusivi della loro volontà a mezzo di “veline”, per controllare ed addomesticare l’informazione.“Oltre sette milioni di euro pagati da Telecom a Maurizio Costanzo per consulenze: è questa una delle prime notizie che emerge dalla verifica fiscale che la Guardia di finanza da oltre sette mesi sta conducendo sulle spese sostenute dal gruppo telefonico, negli uffici della sede di piazza Affari. I militari si sono incuriositi sia per la somma versata al giornalista sia perché, almeno per il momento, non sarebbero state individuate le prestazioni (report scritti, relazioni aziendali) che potrebbero giustificare simili esborsi. Così, seppur Maurizio Costanzo né è indagato né oggetto in prima persona di verifica fiscale, sono iniziate a circolare negli ambienti giornalistici le prime indiscrezioni sulla vicenda. Da parte sua Costanzo, interpellato dal Giornale, non mostra stupore e si dice sereno: "È tutto alla luce del sole - spiega - con fatture e relativi pagamenti di tasse. Del resto attività consulenziali esistono in tutti i Paesi. Cerchiamo quindi di non stupirci come i pastori al passaggio della cometa nel giorno di Natale. Da vent'anni sono consulente e ho sempre fatto questo mestiere tanto che le numerose verifiche della Guardia di finanza sui miei conti e sulle mie società si sono concluse sempre con un nulla di fatto e ne vado orgoglioso". E come mai non si sarebbero trovati riscontri scritti a queste consulenze? "Lei pensa che gli spot e le stesse campagne stampa - risponde - non prevedano la presenza di un consulente? Tutto ciò accade ogni settimana e ho partecipato a decine di riunioni con i vertici dell'azienda per pianificare le strategie aziendali, gli spot, come gli ultimi con Christian De Sica". Le fatture al vaglio della verifica risultano emesse sia dal presentatore in prima persona sia dalla Mcc, la Maurizio Costanzo Comunicazione, società che vede tra i soci al 50% lo stesso Costanzo, al 46% la 21, investimenti SpA del gruppo di Alessandro Benetton e un 4% intestato alla Siref fiduciaria.Il nome di Maurizio Costanzo è quindi l'unico finora emerso tra i consulenti top del gruppo Telecom nell'era Tronchetti Provera. Infatti, oltre a lui, numerosi avvocati e professionisti si sono fatti pagare parcelle e fatture per diversi milioni di euro. Ma la verifica delle Fiamme gialle non ha ancora passato al vaglio tutte le centrali di costo e i conti correnti che venivano utilizzati per i diversi pagamenti delle consulenze prestate al gruppo. Bisognerà quindi attendere ancora qualche settimana prima di avere un quadro più completo della gestione dei fondi aziendali. La verifica era iniziata ormai sette mesi fa spulciando le spese del settore sicurezza all'epoca gestite dalla struttura di Giuliano Tavaroli”.Adusbef,che si batte per la trasparenza dell’informazione in un periodo di grandi censure e di un tipo di giornalismo embedded, ingaggiato da grandi gruppi di potere che temono l’obiettività dell’informazione,per fortuna da parte di una netta minoranza, ha presentato sulla vicenda un esposto denuncia, sia alle Procure della Repubblica di Milano e Roma,che all’Ordine Nazionale dei Giornalisti,per la radiazione di giornalisti che carpiscono la buona fede di lettori ed ascoltatori, con l’unica finalità di ingannarli e di truffarli.Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

lunedì 9 luglio 2007

Sul lavoro notturno

In base al decreto legislativo del 26 novembre 1999 n° 532, ART. 8, nessun dipendente è obbligato A PRESTARE LAVORO DURANTE LE ORE NOTTURNE, SE PRIMA IL DATORE DI LAVORO NON SI CONSULTA CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.
Questo significa che sono i lavoratori a stabilire i compensi e le modalità con cui effettuare il lavoro notturno e non unilateralmente l'azeinda.

Telecom prima esternalizza e poi licenzia

Telecom, prima esternalizzati e poi licenziati I lavoratori: «Il problema sta nella legge 30»
Gli ex dipendenti, associati nella Anle, a un incontro con giornalisti e politici. Un dossier sui 3 mila addetti dismessi. I sottosegretari Gianni e Rinaldi: «Modificare le norme»
Antonio Sciotto
Roma
La Telecom ha tanti volti: i dipendenti scioperano l'1 giugno per chiedere chiarezza sul futuro del gruppo; ci sono i tanti collaboratori dei call center in appalto, solo in parte stabilizzati (ancora tantissimi lavorano in ditte in outsourcing senza il rispetto dei diritti minimi); ci sono gli addetti delle installazioni telefoniche, in mobilità da anni con assegni di 400 euro al mese e che in realtà spesso lavorano in nero per la stessa filiera, subendo molti infortuni. Ci sono, infine, gli ex dipendenti Telecom, oggi «esternalizzati», associati nella Anle (www.esternalizzati.it): ieri hanno tenuto un incontro pubblico presso la Federazione nazionale della stampa. I lavoratori hanno chiesto un incontro con i giornalisti e i politici in primo luogo perché sono i «grandi dimenticati» della parabola Telecom: il gruppo, all'inizio delle avventure dei «capitani coraggiosi» (i Colanninno boys, con il loro acquisto a debito) contava ben 120 mila dipendenti, via via assottigliatisi fino agli attuali 80 mila. L'Anle ha focalizzato la sua attenzione su un gruppo di 3 mila ceduti, di cui oggi riusciamo - grazie al lavoro dei volontari su Internet - a tracciare un profilo. Un interessante esperimento di autorganizzazione dei lavoratori, che pone una denuncia politica: le esternalizzazioni non sarebbero altro che «licenziamenti camuffati». Ebbene, il dossier Anle parla di 2.912 lavoratori ceduti dal 2000 al 2006, a 15 società di nuova istituzione o vere e proprie ditte in outsourcing. Il fatto è che queste imprese non mostrano, sin dalla loro nascita, una grande autonomia dall'azienda madre, ma piuttosto operano in un regime di vera e propria «monocommittenza» rispetto alla Telecom. Dopo qualche tempo dall'esternalizzazione, improvvisamente le commesse diminuiscono di volume, e dunque la società si trova «costretta» a dichiarare esuberi, e dunque a licenziare. In altri casi, le «dimissioni» sono state incentivate. Fatto sta che un buon 30% dei ceduti ha abbandonato le aziende: una percentuale superiore ai normali turn over, senza che poi si sia proceduto a nuove assunzioni. E' il perfetto identikit di licenziamenti «mascherati». «Tantopiù che una serie di cause intentate dagli esternalizzati è andato a buon fine, con la nullità del procedimento e il reintegro del lavoratore», ha aggiunto l'avvocato Enrico Luberto. I giudici hanno accolto 22 ricorsi legali contro 9 respinti: ma la causa vinta da un singolo lavoratore non può essere estesa all'intera cessione. Insomma, Telecom avrebbe creato delle «scatolette» vuote nei primi anni foraggiate da commesse, verso cui avrebbe indirizzato i lavoratori ritenuti già in esubero, ma scaricando la responsabilità del licenziamento: chi parlerà mai di 50 in mobilità alla Mp Facility, o di altrettanti alla Tnt Logistic? Sono aziende oscure e per nulla attrattive per i media, mentre farebbero certo più notizia un tot di esuberi dichiarati dalla ben più nota Telecom. Un processo favorito dalla legge 30, che con il decreto 276 ha modificato l'articolo 2112 del codice civile: il governo Berlusconi ha insomma «liberalizzato» le esternalizzazioni, rendendo possibile cedere rami che non avevano un'autonomia pregressa.«Urge una modifica della legge 30, che ripristini il senso originale dell'articolo 2112 del codice civile - spiega il sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni - E' un articolo nato per tutelare la continuità di impresa e del lavoro rispetto al cambio degli imprenditori, ma negli anni - e con le novità introdotte dalla legge 30 - è stato stravolto, in modo da favorire chi vuole liberarsi di lavoratori. La legge 30 va "superata", come dice il programma dell'Unione, e il punto delle esternalizzazioni è certamente uno dei più importanti su cui mettere mano».I lavoratori, passando alle esternalizzate, rischiano infatti di perdere le garanzie normative e salariali, ma soprattutto accedono a una «nuova precarietà a tempo indeterminato»: «Noi ci sentiamo comunque precari, perché siamo appesi alle commesse e rischiamo sempre di essere licenziati», ha spiegato Teresa Strambelli, parlando a nome degli ex dipendenti Telecom. Problemi che toccano anche altre aziende: basti pensare alla recente lotta dei lavoratori Wind di Sesto San Giovanni, esternalizzati alla Omnia Network, che oggi lavora su commesse della stessa Wind.Il sottosegretario al Lavoro Rosa Rinaldi, come Gianni, ha sottolineato «l'urgenza di rimettere mano alla legge 30», paragonando gli esternalizzati ai cocoprò dei call center: «Sono tutte forme con cui le aziende risparmiano sui costi o riescono ad aggirare le norme sul licenziamento. Una precarietà che ormai riguarda non solo i giovani o gli over 50, ma sempre di più chi ancora non ha neppure 50 anni. Come accade per gli installatori telefonici. Bisognerà avviare una "operazione trasparenza" sulla filiera, e sarebbe opportuno che Telecom si presentasse a un tavolo con il governo, cosa che finora non siamo riusciti a ottenere». Felice Casson, ex magistrato e oggi senatore dell'Ulivo, ha indicato due vie: «Velocizzare i tempi dei processi e rimettere mano alla norma sulle esternalizzazioni, superando l'attuale ambiguità sulle regole».

COi Cobas per un futuro migliore


Unisciti a noi unisciti ai cobas di matrix

Caporalato informatico una piaga di MATRIX

CAPORALATO INFORMATICO

Che cos' il Caporalato Informatico??
E' quel assurdo fenomeno per il quale anche se siete bravissimi nel vostro lavoro (certificazioni, anni di esperienza e conoscenze informatiche) non riuscirete quasi mai a lavorare per le grandi società e farvi pagare bene (per 'bene' vi consiglio di vedere quanto viene pagato in Inghilterra un professionista dalla IT) ma siete destinati a tenervi la vostra paga ed essere rivenduti ad altre società che vi rivendono ad una altra società che alla fine vi rivende alle grosse aziende.
Il fenomeno è molto interessante. Infatti sono moltissimi i soldi 'bruciati' da questo sistema che vanno ad arricchire non voi ma solo queste organizzazioni di CAPORALATO INFORMATICO.
Forse un esempio in termini monetari è più efficace.
La società per la quale lavorate (e.s.ACME ONE) vi paga si e no 1300 Euro netti al mese (e va già bene) il che vuol dire considerando un mese di 20 giorni lavorativi 65 Euro al giorno.
Questi signori un giorno vi dicono "devi fare un colloquio alla MOUSSE TWO per un progetto". Loro (ACME ONE) percepiranno per la tua prestazione dai 300 ai 400 Euro a giornata ed il progetto potrebbe durare dai 6 mesi ad oltre un anno.
Vi recate, visibilmente scoglionati, alla sede della MOUSSE TWO che vi dice che assieme al loro personale dovrete sostenere un colloquio presso la ACCETTUR THREE e durante questo colloquio dovrete sostenere di lavorare da oltre 2 mesi per loro e non per la vostra reale società .
Domanda: quanti soldi da la ACCETTUR THREE alla MOUSSE TWO ?? Sicuramente ben oltre 400 Euro dato che deve pagare la ACME ONE. possiamo supporre su 700-800 Euro
Non è finita! Andate al colloquio, più incazzati e scoglionati di prima, siete obbligati a mentire spudoratamente su dove effettivamente lavorate ed in alcuni casi a sostenere il vostro CV opportunamente 'migliorato'. Li vi dicono che il cliente finale non solo loro ma è la HIGH FOUR, che vi dovete fare il culo, che si lavora a volte (leggi spesso) di Sabato e di Domenica e anche fuori orario, che si lavora molto (oltre le 8 ore chiaro..e lo straordinario ?? ehh)
Domanda: quanto paga la HIGH FOUR alla ACCETTUR THREE?? Molto! Moltissimi soldi al giorno. Probabilmente oltre 1000 Euro al giorno.
Invece di creare nuovi posti di lavoro le società del tipo della HIGH FOUR sperperano milioni di Euro in questa assurda catena dei CAPORALI. Altro che la famosa SPECTRA dei film di 007.
LA SPECTRA, anzi le SPETCRA esistono veramente e sono queste società di barbara intermediazione che speculano sullo sfruttamento delle risorse: I CAPORALI DELL'INFORMATICA.

La truffa del TFR

Il governo in accordo con le organizzazioni sindacali, hanno messo a punto la più grande truffa nei confronti del lavoratori dipendenti. Il TFR dai lavoratori passa alle banche... vedi e ascolta questo video .

Basta essere presi in giro

Matrix spa, azienda del gruppo Telecom che gestisce il portale Alice, ex Virgilio.it, continua con una politica di ricatti e minacce a calpestare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
La RSU rappresentata esclusivamente dalla CGIL non fa nulla e anzi spesso prende le parti dell'azienda.
Questo blog oltre ailla denuncia dei soprusi fatti nei confronti dei dipendenti, vuole essere anche il punto di incontro di altri lavoratori nelle stesse condizioni. E per ora è il solo mezzo che hanno i colleghi di Matrix spa di unirsi in questa lotta contro i soprusi del potere finanziario.